Wednesday, August 12, 2020

12 agosto 1914: Umberto Artel parte per il fronte

Umberto Artel parte per il fronte il 12 agosto 1914. Non conosce la sua destinazione: ma come gli altri soldati del battaglione spera di essere inviato in Alsazia-Lorena perchè, come scrive, «lo spettro della Russia spaventa».

La partenza suscita in Artel una grandissima emozione, che egli sente di non poter mostrare («le donne piangevano, mentre noi che non possiamo mostrare quanto sentivamo nell'anima, salutiamo agitando i berretti») ma alla quale fa continuamente riferimento nelle sue pagine. 

Particolarmente toccanti sono i passaggi che l'autore scrive nel ripartire da Innsbruck. I saluti dei bambini, portati dalle maestre ad augurare buon viaggio ai soldati, ricordano ad Artel la casa che ha appena lasciato: «[...] pure noi lasciamo dei bimbi nostri laggiù nelle nostre case, angioletti belli, delle vecchie cadenti di anni, le nostre mamme che chiuse nelle loro stanzette ora deserte, piangono la partenza dei loro figliuli, nel dubbio crudele di non più rivederli.» 

Artel ha sentimenti ambivalenti nei confronti dell'Austria: «lascio correre le lagrime» scrive «al pensiero che forse sarò sacrificato senza un'ideale (sic), per una causa a me ignota, per una Patria non mia!...». Ma è palese il senso di solidarietà per la gente che incontra, a prescindere da quale sia la loro nazionalità, e soprattutto dai suoi scritti traspare l'amore per il Tirolo. Così scrive infatti nel passare il treno la stazione di San Giovanni: «É l'ultimo paese del Tirolo che ci divide, per sempre forse, dalle nostre terre, e qui in questo paese, un sospiro di dolore ci sale imperioso dal cuore e ci domandiamo: Rivedremo più questi luoghi? La mamma gli amici, i colli ameni, i fiumi d'argento, il lago caro e violetto li rivedrò più mai?»

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