Saturday, January 11, 2020

Paola Baronchelli Grosson ("Donna Paola")

Paola Grosson de Guentry è stata una giornalista italiana, nota con lo pseudonimo di "Donna Paola". 

Nata a Bergamo l'11 gennaio del 1866, la Grosson è figlia di Francesco Claudio e di Margherita Trolli. Il padre è militare di carriera e la famiglia – di antica origine francese – è di condizione agiata. Nel 1884 la Grosson sposa Pietro Baronchelli, medico condotto in Sicilia. 

L'esordio come giornalista avviene nel 1895 sulle colonne del settimanale fiorentino Scena Illustrata. La Grosson adotta in quella sede lo pseudonimo "Donna Paola", con cui firmerà tutte le sue opere. Successivamente collabora con numerose altre riviste e quotidiani, quali Almanacco della donna italiana, Capitan Fracassa, Caffaro, Corriere di Napoli, Corriere dei piccoli, Fanfulla, Gazzetta del popolo, Gran Mondo, Moda del giorno, Patria, Tribuna, Vita femminile, Vita internazionale.  

Allo scoppio della guerra, nell'estate del '14, la Grosson sostenne posizioni interventiste. A seguito dell'ingresso in guerra dell'Italia, l'autrice si spende in favore della mobilitazione delle donne a sostegno dello sforzo bellico e dà alle stampe diversi libri ed opuscoli in materia. 
A parere della Grosson, la partecipazione delle donne alle vicende del conflitto avrebbe favorito un loro riconoscimento politico e sociale al termine della guerra. Il suo impegno patriottico tuttavia non si esprime solo attraverso opere incentrate sulla mobilitazione femminile: l'autrice dà alle stampe anche alcune opere di narrativa per l'infanzia, come la trilogia di Pippetto (Pippetto vuol andare alla guerra, Firenze 1916; Pippetto difende la patria, 1920; Pippetto fa l'italiano, scritto nel 1920 e pubblicato nel 1925).

Particolare rilievo va tuttavia dato a  La funzione della donna in tempo di guerra (Firenze 1915), e La donna della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (maggio 1915 - maggio 1917) (Milano 1917). In tali opere l'autrice – oltre a criticare le posizioni apolitiche sposate dalla maggior parte delle organizzazioni femminili – sottolinea le conquiste delle donne nel panorama industriale. Leggiamo ad esempio in La donna della nuova Italia
Soltanto due anni addietro un ingegnere, un capo-tecnico avrebbero riso come di una stramberia all'idea di mettere una donna al tornio [...] Ebbene: le notizie in possesso del Ministero Armi e Munizioni diostrano che le donne possono eseguire, ed oggi eseguiscono, gran parte delle lavorazioni per la produzione del materiale da guerra. 
Trasferitasi in Liguria alla fine degli anni '20, la Grosson muore a Quarto dei Mille il 13 maggio 1954.


Il passaggio citato è riportato da Antonio Gibelli, La grande guerra degli Italiani, p. 191-92.  


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